Scopri il Villanova

Scopri il Villanova

Da Mara alle Cave di caolino



Scarica kml Scarica gpx

Un paesaggio vulcanico segnato da un santuario, dai ruderi di un castello e da grotte abitate nella preistoria.

Info tecniche

Tipologia

Percorso a prevalente interesse storico e paesaggistico.

Grado di difficoltà

Percorso di media difficoltà, strada a tratti non segnata.

Durata del percorso

6 ore circa.

Percorribilità

A piedi o in bicicletta.

Partenza

Info Point nel centro urbano di Mara – Piazza Marconi 8.

Descrizione

Prendendo la strada che da Mara conduce verso Villanova Monteleone dopo circa 3 km si svolta a destra in corrispondenza della segnaletica turistica che il Santuario e le Grotte di Bonuighinu.

Dopo 4 km di agevole percorso si arriva alla chiesa campestre di Nostra Signora di Bonuighinu. Probabilmente costruita nel XIII secolo, seguendo un declivio naturale ai piedi del rilievo di Pedra 'e Multa, fu intitolata a San Lorenzo e dovette essere la parrocchiale di un villaggio medievale poi abbandonato. Deve le forme attuali a un intervento di ampliamento e ristrutturazione del 1797.

La facciata in calcare bianco appare imponente per via del gioco ascensionale generato dalle tre scalinate anteriori, impreziosita da intagli e riccamente decorata in stile rococò. Sembra quasi una derivazione dei grandi altari lignei barocchi diffusi nelle chiese dell’Isola. L’interno è costituito da unica navata coperta con volta a botte.

Antistante alla chiesa, a partire da un sagrato bastionato, due gradinate convergenti conducono al piazzale dove si trovano le antiche cumbessias.

Guardando a sud-ovest, verso la valle scavata dal Riu Baddeda, si scorge l'aspro rilievo vulcanico dove sorgeva il Castello di Bonvehì detto anche di Bonuighinu, appartenuto ai Doria e demolito attorno al 1435 dagli Aragonesi. L'ascesa per raggiungere i suoi pochi resti, situati a 510 m di quota, è piuttosto impegnativa. Proseguendo a nord dopo circa 1,5 km si aprono invece le interessanti grotte di Filiestru e Tintia (Sa Ucca de su Tintirriolu), quest'ultima oltre alla notevole valenza speleologica è nota per aver restituito antiche testimonianze (Neolitico Medio, V millennio a.C.) che hanno dato vita alla Cultura di Bonuighinu.

Dopo essere tornati indietro, superato il santuario, si prende il primo bivio a destra per una stradina rotabile a fondo naturale che, dopo un inizio pianeggiante fra campi, prende a salire verso le pendici di Cuguruntis (sulla cui cima sorge l'omonimo nuraghe) e Pianu Giuale fra rocce, macchia e alberi da sughero.

Si arriva in breve alle vecchie Cave di Caolino, le cui rocce color bianco-rosa offrono uno scenario suggestivo. Il caolino di ottima qualità estratto da queste cave veniva interamente esportato per la produzione di ceramiche di pregio.