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Chiesa parrocchiale di Santo Stefano - Monteleone Rocca Doria

 Indirizzo: piazza Chiesa - 07010 Monteleone Rocca Doria (SS)

Il paese di Monteleone Rocca Doria, nella regione del Nurcara, oggi presenta solo i resti dell’antico apprestamento, il castello di Monteleone, edificato dalla famiglia genovese dei Doria su un colle disabitato entro il 1272. La posizione odierna dell’abitato, su un rilievo di origine tufacea detto Su Monte, rende evidente quella che era, nel Medioevo, la sua funzione.

Alla fine degli anni ’90 del XX secolo alcune campagne di scavo archeologico hanno permesso di mettere in luce un’area tradizionalmente conosciuta come il “Castello”, consentendo di effettuare un rilievo delle strutture superstiti, lo scavo di due aree e una prima ricognizione dell’abitato. Il castrum medievale, ubicato nella parte meridionale del colle, comprendeva il Palatium della famiglia Doria con una serie di ambienti atti ad ospitare la cerchia della famiglia. Verso oriente era il borgo racchiuso da una cinta muraria turrita.

Stemmi della famiglia Doria si possono notare inglobati nella muratura di diverse case. L’odierna chiesa parrocchiale, intitolata a Santo Stefano, si trova al centro del paese. Questa appartiene di diritto alla tipologia di edifici a due navate e due absidi, di cui pochi esemplari si rintracciano nel nord Sardegna, mentre più diffusi risultano nel meridione dell’isola. La chiesa è indicata da Foiso Fois, nel suo studio del 1992, come probabile cappella del castello. Anche Roberto Coroneo riprende questa intuizione, tuttavia non vi è alcuna attestazione documentaria che possa in qualche modo supportare questa ipotesi. È invece verosimile che questa fosse la chiesa del borgo, all’interno del quale ricadeva. La datazione per la chiesa di Santo Stefano, restituita alla seconda metà del XIII secolo in base all’analisi delle caratteristiche formali, è confermata anche dalle fonti: nel 1272 infatti il vescovo di Bosa consente a alcuni benedettini di San Fruttuoso di Capodimonte di edificare una chiesa intitolata a Santo Stefano.

L’edificio, realizzato in blocchi calcarei di media pezzatura, si presenta a due navate e due absidi orientate riconducibili a due fasi edilizie distinte. L’impianto si può ipotizzare fosse ad aula longitudinale mononavata con abside orientata, poi ampliato con l’aggiunta della navata meridionale, di minori dimensioni così come l’abside. Lo spazio interno è scandito da ampie arcate su pilastri stretti e bassi. La copertura, originariamente in legno, è stata sostituita da volte in muratura di età moderna.

All’esterno, il paramento murario della facciata e del fianco meridionale appaiono frutto di interventi successivi. Anche le due absidi presentano caratteri formali differenti: quella settentrionale ha alto zoccolo a scarpa, lesene che scandiscono lo spazio in cinque specchi, coronamento percorso da archetti a sesto acuto su larghi peducci. È fatto largo uso di decorazione lineare per ornare le vele degli archetti e i peducci, mentre una figura umana è collocata in una delle lunette degli archetti. L’abside meridionale si presenta con una sola monofora non in asse al posto delle tre dell’altro semicilindro, zoccolo a scarpa a guscio, archetti a sesto acuto trilobati su peducci a forma di piramide rovesciata.

 

Roberto Coroneo, Architettura romanica dalla metà del mille al primo ‘300, Nuoro, Ilisso, 1993, pp. 242-244.
Nicoletta Usai, Signori e chiese. Potere civile e architettura religiosa nella Sardegna giudicale (XI-XIV secolo), Cagliari, Edizioni AV, 2011, pp. 46-49.
Alessandro Soddu, Incastellamento in Sardegna. L’Esempio di Monteleone, Aonia edizioni, 2013, pp. 52-54.